divina.com

Lapidi dantesche a Firenze

Nel volume Lapidi Dantesche, che si trovano collocate in alcune vie e piazze di Firenze - illustrate da Licurgo Cappelletti (Firenze 1916, Successori B.Seeber, Librai-Editori), si legge nell'Avvertenza che per iniziativa del comune di Firenze tra il 1900 e il 1907 furono collocate queste lapidi per la scelta delle quali fu nominata un'apposita Commissione, composta dei signori: Senatore Isidoro del Lungo, Marchese Piero Torrigiani, nob. Giuseppe Lando Passerini, Prof. Orazio Bacci, Guido Carocci, Attilio Formilli e Luigi Minuti.

Qualche anno dopo, nel1913 una Colta signora straniera, Ida Ridiesser, scrisse un volume illustrativo su queste epigrafi per uso specialmente della colonia britannica, ed era scritto in inglese e pubblicato dalla stessa Libreria Seeber che ora non è più in via Tornabuoni.

Nel 1928, Amerigo Parrini (come si legge nel fascicolo Le lapidi dantesche in Firenze, Firenze 1974, La Graticola, Tipografia Giuntina) diradò "il velame de li versi strani", oltre i limiti di un puro commento, ed arricchendole con artistiche vignette, illustrò trentuno di queste lapidi). Il fascicolo fu curato da Maria Luisa Bertolotto e Pietro Salvini allo scopo di richiamare l'attenzione delle autorità competenti sull'urgente necessità di restaurarle, e a tanti anni di distanza effettivamente per alcune di esse questa necessità appare ancora più attuale.

Nel 1985 uscì un altro volume: Le Lapidi Dantesche, pagine di storia fiorentina, realizzato da un collaboratore amico di Piero Bargellini che trattò più approfonditamente l'argomento, lapide per lapide, e: Mi misi al lavoro. Un lavoro di pazienza. Sfogliai vecchi libri di storia fiorentina alla ricerca di date, nomi, avvenimenti. Confrontai l'uno con l'altro autore poiché molte volte [me ne sono accorto anch'io] le date non corrispondevano.

Tutto qui quello che ho trovato scritto sulle lapidi.

Durante la mia infanzia il primo a indicarmi l'esistenza delle lapidi dantesche fu mio padre, poi me ne parlò più diffusamente Paolo Rio Nardi, al quale debbo la mia formazione di pianista. La maggior parte dei vecchi fiorentini di quegli anni le conosceva come un patrimonio di famiglia, anche se magari soltanto pochi di loro avevano approfondito la lettura della Divina Commedia.

In anni più tardi ne parlai anche con l'insuperato conoscitore della storia locale di Firenze ed ex sindaco Piero Bargellini, e anche per me la segnaletica delle lapidi da allora è stato un percorso di orientamento. Questo non tanto perché da pochi brandelli di versi si possa costruire un'idea del poema dantesco che appare come un oceano senza sponde- un'opera-mondo per dirla con Franco Moretti -, ma perché le tracce visibili di luoghi e personaggi che appaiono nella concretezza di quelle lapidi incise crea un'anacronistico legame, un qui e ora di un mondo che da troppi secoli non c'è più.
divina.com nasce dall'idea di creare un'installazione nei 34 diversi luoghi dove si trovano le lapidi, con un allestimento idoneo, nello spazio in prossimità di ogni epigrafe, di schermi video nei quali trasmettere suoni e immagini del progetto mixed media. Lo spirito di questa installazione è analogo a quello di chi mise le lapidi: concentrare per un breve tempo l'attenzione di chi passa da quei luoghi sul rapporto tra poesia e realtà, ma stavolta il catalizzatore aggiunto è una composizione musicale e vocale di questi ultimi mesi del 2004.

La composizione è affidata alla straordinaria vocalità di David Moss, e sviluppa ulteriormente una notazione che già avevo adottato per la altrettanto straordinaria voce di Gabriella Bartolomei, con lavori come In nova fert, Kaos, Amor d'un'ombra e gelosia d'un'aura etc. L'unione del testo con ideogrammi colorati che coagulano entità sonore virtuali è il risultato di un lavoro di sintesi che parte dalle sperimentazioni delle avanguardie storiche e passa da numerosissime esperienze di compositori, poeti e artisti che hanno attraversato il Novecento. La lista sarebbe lunga, si pensi al Lettrismo di Isidore Isou, a tanta poesia concreta, a composizioni destinate alla voce sola, da Voice di John Cage a Stripsody di Cathy Barberian, dalla Sequenza per voce di Luciano Berio alle Pittografie di tante pagine di Sylvano Bussotti

Trentaquattro sono le lapidi e trentrasei sono gli episodi di divina.com: ad ognuna delle lapidi corrisponde un brano, altri due sono riferiti a Michelangelo, che aveva scritto dei versi di Dante accanto a delle figure in due suoi disegni.

L'ordine dei vari brani segue un criterio sintattico legato al dipanarsi della composizione. Nel primo episodio "…NEL MIO BEL SAN GIOVANNI", che comincia con una dissolvenza incrociata di suoni molto lunghi affidati a singoli strumenti, ho inserito una citazione: si tratta del Rondeau a tre voci Ma fin est mon commincement…et mon commincement ma fin di Guillame de Machaut che si intreccia contrappuntisticamente a queste fonti sonore.

La successione dei brani presenta organici vari, da assoli di strumenti o di voce che a volte funzionano come cadenze virtuosistiche, a duo tra strumenti singoli e voce, a momenti nei quali si impiega l'intero ensemble di sei strumenti e fino all'intero uso delle fonti sonore. L'ultimo brano, relativo all'epigrafe ""VERGINE MADRE, FIGLIA DEL TUO FIGLIO…", è affidato ad un assolo di violino.

Ho concepito questo lavoro come un incessante apparire di spunti melodici di varia configurazione, a volte intesi come false citazioni, apparizioni fugaci che usano liberamente logiche intervallari con una continua tensione verso esasperata espressività, in contrappunto libero con i piccoli labirinti della parte vocale.
Il video, che si avvale della collaborazione con Marilena Bertozzi e Vincenzo Capalbo di ArtMediaStudio di Firenze, presenta l'elaborazione tridimensionale e l'animazione delle notazioni ideografiche della partitura che si muovono come entità virtuali su un contesto naturale in bianco e nero, quasi degli astratti grilli, fugaci apparizioni di segni sonori.

Daniele Lombardi