13 Preludi
con fuoco
andante
veloce e leggero
andante scorrevole
tumultuoso-moderato
fluido
ostinato
senza tempo
allegro molto
ad agio
vivace
lento
allegro
Il pianoforte come un sofisticato tamburo: una idea che Stravinsky cercò di realizzare nelle Noces. La vediamo poi passareer molti an attraverso le pionieristiche scoperte foniche del giovane Cowell, fino alle abbacinanti perfiormances di Cecil Taylor. Per molti anni ho proceduto in questo senso attraverso corridoi neofuturisti, sperimentando il suono-rumore di uno, due, tre, fino a dodici pianoforti.
Con questi TREDICI PRELUDI sono entrato in una dimensione neo-semplice, in un luogo dove le cose mi erano familiari, la forma del piccolo brano, il foglio d’album di chopiniana tradizione, una modalità che permette di non arrossire davanti a disegni melodici e patterns armonici che sono negli orecchi di tutti.
La mia attuale visione del comporre oggi è immersa in questo bagno di comprensibilità, sia di procedimenti anche neo-tonali, sia di interventi bruitistici che vengono disegnandosi. Ma è una semplicità anti-naif, in quanto nasce dalla consapevolezza metalinguistica nel ritrovare forse vecchi sentieri sotto la fitta boscaglia di decenni di alluvione sonora cui siamo stati soggetti. Ecco allora che in questi brani ho pensato a forme come la toccata, lo studio, il notturno e tipici altri momenti musicali che vivono isolati, ognuno a sé stante ma consecutivi, come i Preludi di Chopin o gli Esquisses di Alkan.